Personaggi: Chakuza, Eko, Bushido
Genere: Comico
Avvisi: Drabble
Rating: PG
Prompt: Scritta per la prima sfida del Multifandom Drabble Fest di It100 (prompt: "Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà" (Woody Allen)")
Note: -
Riassunto: Eko ha fatto un danno.
Genere: Comico
Avvisi: Drabble
Rating: PG
Prompt: Scritta per la prima sfida del Multifandom Drabble Fest di It100 (prompt: "Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà" (Woody Allen)")
Note: -
Riassunto: Eko ha fatto un danno.
“Sono morto” esordì Eko, spalancando la porta dell'ufficio.
Chakuza non era mai stato empatico e lo era ancora meno adesso con due settimane di lavoro da recuperare. Non lo degnò di uno sguardo.
“Condoglianze,” mormorò. “Se mi lasci l'indirizzo, faccio mandare una corona di fiori.”
“No, non capisci,” insistette Eko, stendendosi sulla scrivania com una diva su un bel pianoforte a Casablanca. “Quello che vedi è solo il vuoto simulacro di un uomo destinato a perire sotto gli infausti colpi di un dittatore spietato.”
“Leggi ancora quei romanzetti per casalinghe?”
“Sono perfetti in bagno!” Protestò Eko. “Comunque... Guardami! Abbi della compassione! Non vi insegnano la pietà umana in Austria?”
“Siamo troppo occupati con le mucche,” replicò Chakuza, ma alla fine lo guardò con insofferenza. “Dimmi perché stai morendo. E poi fallo.”
“Ho scritto opıɥsnq.“ Lo disse proprio così, con le lettere al contrario. Una cosa che poteva riuscire soltanto a lui.
“Prego?”
“Sul poster!” Sbraitò Eko, come fosse fin troppo evidente. “Lui mi manda a stamparlo. Io faccio casino. Lui mi ammazza.” Srotolò l'enorme manifesto pubblicitario su cui Bushido aveva lavorato due mesi e del quale era così fiero che avrebbe potuto esplodere dalla spocchia. Dopo tutto quel lavoro, sulla sua testa campeggiava il nome opıɥsnq.
“Potresti parlargliene,” azzardò Chakuza, sapendo di mentire.
“Tu sai quanto io ami l'idea di starmene disteso su un letto di raso a non fare nulla tutto il giorno, con le braccia incrociate al petto e la pace dei sensi, ma anche no. Non sono ancora pronto. Io ho i miei tempi. E tu dovresti essere abbastanza amico da rispettarli.”
“Non vorrei mai spingerti al grande passo. O forse sì, se fossimo sul tetto. Comunque non ti resta che dirglielo.”
Come da copione, Bushido entrò fischiettando e notò il poster. “E' colpa del Chaku!” strillò subito Eko. Chakuza sorrise isterico, mentre Bushido si adombrava.
“Non si sta mica poi tanto male!” Esclamò Eko, mettendosi comodo. Poi rise. “Ehi! Siamo oʞǝ & ɐznʞɐɥɔ, adesso.”
Chaku guardò la strada che sembrava così piccola mentre erano appesi a testa in giù sul davanzale del quarto pieno. “Taci,” sibilò.