Fandom: !Originali
Personaggi: Maya
Genere: -
Avvisi:
Rating: SAFE
Prompt: Scritta per il Cow-t #9 (prompt: cerimonia)
Note: Questa storia era nata come una drabble per il COW-T dell'anno scorso, ma poi non era mai stata finita né (ovviamente) postata. Quindi l'ho presa e l'ho allungata per il COW-T di quest'anno. Non si butta via mai niente da queste parti.

Riassunto: Maya e Giulia si sposano. Maya ci racconta questa follia.
SAY YES TO THE DRESS


Maya il matrimonio non lo voleva.

Non ha niente contro l'istituzione in sé, ma non sopporta la cerimonia che la accompagna. Fin da quando è stata abbastanza grande da capire cosa ci fosse dietro ai quintali di cibo, alla torta a quattro piani e ai vestiti da sposa, così vaporosi che ad entrarci dentro c'era da sparire, non ne ha più voluto sapere. Il problema è che odia l'idea di dover fingere che le importi qualcosa dei suoi parenti o di quelli di Giulia, che le piaccia farsi le foto e tutto quel roteare da un tavolo all'altro chiedendo agli ospiti se sono stati bene. Non vede l'utilità di dare una festa in grande per poi invitare quasi solo persone che non le piacciono o con le quali passa a stento qualche ora ogni Natale. Ma Giulia lo voleva e quello che Giulia vuole lo deve avere, questo Maya lo ha promesso all'universo – l'unica entità in cui per lei abbia un senso credere – il giorno che ha deciso che stava facendo sul serio con lei. La decisione l'ha presa all'improvviso, in un attimo folgorante. Se lo ricorda ancora e probabilmente se lo ricorderà per sempre, perché è una di quelle cose che finisci per raccontare ai nipoti. Era da sola e stava tornando verso la macchina dopo aver lasciato Giulia a casa e si era resa conto che stavano insieme da quasi un anno. Sembrava una quantità di tempo incredibile, un'infinità di ore, giorni e settimane che non si era nemmeno resa conto di aver trascorso e che non aveva mai trascorso con la stessa persona in tutta la sua vita prima di quel momento. Era chiaro che dovesse significare qualcosa. Le era sembrato che l'universo, nella figura della luna piena più brillante che avesse mai visto, le avesse appena rivelato una grande verità che non poteva ignorare.

E comunque non fare il matrimonio non sarebbe mai stata un'opzione. Dirlo alle Madri – con la M maiuscola, sono una cosca mafiosa – avrebbe scatenato la terza guerra mondiale. A quanto pare, non importa se a sposarsi sono due uomini, due donne, due persone non binarie o due persone con un seguito di fidanzati e fidanzate nel più glorioso dei poliamori, la famiglia diventa improvvisamente tradizionale nel momento in cui si tratta di litigare. Maya ha dimenticato quante cene ha passato con Giulia che urlava ai suoi parenti e i suoi parenti che urlavano a lei dopo l'annuncio che il bambino lo avrebbero chiamato Daniele e non come il bisnonno, pace all'anima sua. Come puoi farci questo? Ma non è tradizione! E giù lacrime delle zie. Nessuno voleva capire che Maya lo avrebbe venduto agli zingari, questo bambino, prima di accettare di chiamarlo Pierugo.

Il primo vero problema, comunque, è stato trovare due vestiti che stessero bene insieme ma che non fossero la stessa cosa perché giammai le due spose vestite come gemelle, non sta bene – perché non sta bene? Chi l'ha detto? C'è già un galateo del matrimonio gay? O il galateo c'era prima del matrimonio in quanto è gay? E poi lei voleva i pantaloni e Giulia la gonna, ma con le scarpe da ginnastica. E anche lì giù tragedie: certo che sei sempre la solita che non vuoi mai metterti la gonna e non s'è mai vista una sposa senza tacchi, ma un bell'abito lungo con la coda, come tua cugina Silvia che era tanto bello? Peccato che Silvia sia praticamente una Barbie da quando ha cinque anni, che sia vissuta in una nuvola di tulle rosa, trucchi e confetti per tutta la sua vita e che quindi era ovvio nonché naturale che seguisse la sua natura più vera e profonda e scegliesse l'abito vaporoso, il velo da principessa e i tacchi vertiginosi. Ma vallo tu a spiegare alle vecchie che si portano il fazzoletto a tamponare gli occhi asciutti e fanno la scena madre in salotto come se avessi appena detto di voler lasciare il lavoro e unirti a una setta di naturisti dediti all'allevamento di gnu.

Il vestito lungo, l'unico approvato dalle Madri, quello di Giulia, è stato comunque un problema, per altro. Lo hanno dovuto far fare su misura, perché Giulia non riusciva neanche a guardarsi allo specchio con quelli disponibili in negozio. L'effetto Say yes to the dress con tutte le sue amiche sulle poltroncine a bere champagne mentre lei si provava decine di meringhe giganti non ha funzionato. E' stato più che altro uno spettacolo di pianto acrobatico. Maya non c'era, ma può immaginare.

E dopo aver trovato il vestito, hanno dovuto organizzare il rinfresco che, in assenza di appropriata cerimonia religiosa, era diventato improvvisamente la parte più importante. Scegli i fiori per decorare qualunque cosa, scegli la musica, scegli il menù. Maya è vegetariana, metà dei suoi amici sono vegani, molti dei parenti di Giulia, come Giulia del resto, sono celiaci e una buona percentuale degli invitati è intollerante al lattosio. Dopo tre settimane Maya, stremata, ha proposto: serviamo cibo fatto col pongo. Giulia, serissima, le ha risposto: “Non possiamo, tesoro, Antonio è allergico ai coloranti.” Alla fine hanno optato per cinque portate in due varianti ciascuna e tante, tante, tantissime etichette con gli ingredienti. Chi non sa leggere, morirà.

Dopodiché, hanno dovuto decidere dove far sedere la gente. Vogliamo dividerla per famiglie o per interessi? Facciamo una tavolata o tavoli separati? Non lo so, ha pensato Maya, magari stendiamo delle coperte in terra e facciamo un picnic, dalle nove di mattina alle una di notte, come ai festival di musica estivi che sai quando parti ma non sai quando torni, stai buttato in giro per ore, ogni tanto suonano qualcosa che ti interessa, mangi se ti capita, bevi parecchio, poi alla fine torni a casa stanca morta ma ti sei divertita. Ah no, non si può fare? La tradizione, l'etichetta, quelle cose lì.

Se ci ripensa, non sa come ne è uscita viva o come le sia venuto in mente, sul serio, di imbarcarsi in questa follia. Sono state in due per dieci anni, saranno in tre tra quattro mesi, hanno un cane, una casa e una lista di serie TV da vedere che finirà nel giorno del mai. C'era proprio bisogno di questo? Poi si guarda intorno e vede all'improvviso una famiglia sola. C'è suo padre, che si è fatto dieci ore di aereo per essere qui, ci sono i genitori di Giulia – sua madre, suo padre, ma anche il nuovo marito di lei che Giulia se l'è cresciuta tanto quanto – , ci sono i loro amici, anche quelli che nel corso degli anni si sono trasferiti in America, in Norvegia, pure Luca dalla Cina che, poveraccio, è talmente rintronato dal fuso orario che dove si appoggia dorme. E' venuto anche nonna Marisa, che non voleva venire, perché io a questa pagliacciata non prendo parte!, ma poi Giulia è l'unica nipote femmina che ha, e se stavano ad aspettare Giacomo, chissà quando lo vedeva un matrimonio. Ma, soprattutto, Maya guarda Giulia che ride circondata dall'esercito di figli che le sue amiche hanno sfornato negli ultimi sei anni, vede quanto le brillano gli occhi, vede che avevano già tutto, ma a festeggiarlo un po' che male c'è?

E allora va bene, Maya il matrimonio neanche lo voleva, ma va benissimo così.

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