Personaggi: Bill, Bushido
Genere: Introspettivo, Erotico
Avvisi: Slash, AU, Lime
Rating: R
Prompt: Scritta in occasione della notte bianca di Halloween a Mari di Challenge (prompt del trick or treat: una cintura di castità & in un cimitero)
Note: Quando è uscito il primo album di Sido e Bushido insieme, la pubblicità era ambientata a Venezia, o qualcosa del genere. Nel primo video c'erano i vampiri (e anche le spade, le messe nere e un sacco di altre idiozie) e a me venne l'idea per una storia. Ma questa piccola shot qui non c'entra niente. O quasi. Era tanto per dire.
Riassunto: "Finalmente ci incontriamo,” mormora.
Genere: Introspettivo, Erotico
Avvisi: Slash, AU, Lime
Rating: R
Prompt: Scritta in occasione della notte bianca di Halloween a Mari di Challenge (prompt del trick or treat: una cintura di castità & in un cimitero)
Note: Quando è uscito il primo album di Sido e Bushido insieme, la pubblicità era ambientata a Venezia, o qualcosa del genere. Nel primo video c'erano i vampiri (e anche le spade, le messe nere e un sacco di altre idiozie) e a me venne l'idea per una storia. Ma questa piccola shot qui non c'entra niente. O quasi. Era tanto per dire.
Riassunto: "Finalmente ci incontriamo,” mormora.
Il cimitero si trova appena fuori città, a ridosso di una collina che di giorno è un luogo ameno e verdeggiante mentre di notte, nelle intenzioni, dovrebbe essere un luogo di pace, abbastanza distante dal brusio della città per consentire ai morti che custodisce di risposare.
Bill lo trova solo spaventoso, soprattutto di notte quando, varcate le due statue che ne delimitano l'entrata, si trasforma in una distesa male illuminata di lapidi che sembrano abbarbicarsi le une sulle altre e scalare la collina. Normalmente non avrebbe mai lasciato la sua confortevole casa per recarsi al cimitero ma non ha saputo resistere alla voce che lo chiamava. Le ha permesso di insinuarsi sotto la sua pelle, di avvolgergli il cuore in una morsa stretta ma dolce e di trascinarlo ovunque volesse. L'aveva già sentita altre volte e ha l'impressione di averla sempre sentita. Ha lo stesso tono dolce e confortante di ogni suono della sua infanzia eppure c'è una traccia più scura – una sfumatura pericolosa – che la attraversa e la rende spaventosa ma anche terribilmente attraente, come guardare giù da un ponte lo spazio vuoto che ti separa dalle rocce appuntite sul fondo del fiume.
S'incammina lungo il sentiero, la voce non parla più. Eppure ha l'impressione di non essere solo. Si ferma dove si ferma la strada e siede su una panchina. E' allora che lui compare dall'ombra scura che Bill ha di fronte. Ne esce come vi fosse sempre stato e Bill non lo avesse visto. Come una di quelle figure formate solo da punti e macchie che David gli mostrava da bambino per divertirlo. Alla prima occhiata sembravano solo tanti pallini su un pezzo di carta ma poi capivi che alcuni erano più grandi e più scuri degli altri. Se Bill si concentrava abbastanza e abbastanza a lungo, ecco che vedeva apparire una figura.
L'uomo è alto e scuro, indossa un completo elegante e gli porge la mano. Bill non dovrebbe accettarla, perché è uno sconosciuto. Eppure lo conosce da sempre. Si aggrappa alla convinzione che risiedendo nel suo cuore quella voce – e chi la possiede – lo conoscano abbastanza da permettergli di stringere quelle dita e farsi stringere al petto, in un abbraccio che gli sembra di aspettare da anni.
“Finalmente ci incontriamo,” mormora. Bill non sa che cosa dire, perciò tace e resta immobile tra le braccia dell'uomo che gli accarezza piano i capelli. “Ti ho osservato per così tanto tempo.”
Bill non riesce più a distinguere il cimitero, come se fosse improvvisamente lontano chilometri e chilometri, anche se ce l'ha sempre intorno perché riesce a sentire, vago, il soffio del vento e il fruscio dei cipressi che dovrebbero ergersi altissimi sopra di loro. E invece non ci sono.
Le mani dell'uomo che gli stringono la vita, scivolano sui suoi fianchi e sulla schiena, accarezzano la curva delle sue spalle e sembrano saggiarne la consistenza, prendendo atto di una figura fino ad allora soltanto immaginata. Bill si ritrova a fare lo stesso, anche se le sue dita sono più timide ed esitanti di quelle che invece si insinuano sotto la sua camicia e disegnano piccoli cerchi intorno al suo ombelico.
Bill si lascia scappare un gemito sorpreso ed eccitato mentre le guance gli diventano rosse e nasconde il viso nel collo dell'uomo. Dovrebbe tenerlo a distanza, ma il solo pensiero lo riempie d'angoscia più di quanto non faccia quello di David che lo sgrida per il suo comportamento inappropriato, così si aggrappa alle sua spalle come potessero rimanere così per sempre ed evitare che il tempo riprenda a scorrere e li separi.
Il profumo dell'uomo lo confonde e ancora di più lo confondono le sue labbra che sfiorano le sue.
“Fidati di me,” dice la voce nella sua testa mentre l'uomo lo bacia. E lui non fa nessuna resistenza, perché non vede motivo di farla. Qualsiasi nozione avesse, qualsiasi paura, sparisce nel sapore di quel bacio e di tutti quelli che ne seguono.
Le labbra dell'uomo scivolano lungo la sua mandibola e lungo il suo collo, catturano la sua pelle appena un istante. Bill non ha mai sentito come in questo momento il peso della cintura di castità che è costretto ad indossare sotto ai vestiti per ordine di David e che impedisce alle dita dell'uomo di scivolargli addosso come dovrebbero. Bill vorrebbe almeno sentirne il calore, ma ciò che scalda il ferro è solo la sua pelle che si è fatta bollente. La castità ha smesso di essere un pensiero felice sotto quelle carezze, si è completamente dissolta nelle intenzioni prima di farlo concretamente; così quella cintura è un ornamento ormai inutile. Nei suoi pensieri essa non ha più niente da proteggere.
E' la certezza che lo coglie quando il dolore acuto del morso si scioglie nell'ondata di piacere che gli piega le ginocchia e lo fa accasciare tra le braccia dell'uomo.
All'orizzonte, il cielo si è fatto più chiaro. Bill schiude gli occhi sulla sua ultima alba, e si lascia andare.