Personaggi: Bill, Bushido
Genere: Drammatico
Avvisi: Slash, Drabble
Rating: PG 13
Prompt: Scritta per la quinta settimana del F3.U.CK.S. Fest di fanfic_italia (prompt: "Kiss the rain" 4.29 - tabella: LA di Settenote)
Note: Giusto perché la frase Dopo la morte di Bushido... è un po' diventato il mio motto e non riesco a scrivere altro.
Riassunto: Era stato in una stanza d'albergo, proprio davanti alla porta del bagno. Anis era appena uscito dalla doccia, l'asciugamano bianco in vita e in mano il rasoio.
Genere: Drammatico
Avvisi: Slash, Drabble
Rating: PG 13
Prompt: Scritta per la quinta settimana del F3.U.CK.S. Fest di fanfic_italia (prompt: "Kiss the rain" 4.29 - tabella: LA di Settenote)
Note: Giusto perché la frase Dopo la morte di Bushido... è un po' diventato il mio motto e non riesco a scrivere altro.
Riassunto: Era stato in una stanza d'albergo, proprio davanti alla porta del bagno. Anis era appena uscito dalla doccia, l'asciugamano bianco in vita e in mano il rasoio.
Dopo la morte di Bushido, Bill non aveva più avuto belle giornate.
Aveva smesso di riposarsi quando dormiva e aveva smesso di svegliarsi convinto che potesse essere una giornata stupenda. Ogni volta che apriva gli occhi, era un giorno in più senza di lui e Bill non sopportava lo scorrere del tempo dall'ultima volta che l'aveva visto ridere.
Era stato in una stanza d'albergo, proprio davanti alla porta del bagno. Anis era appena uscito dalla doccia, l'asciugamano bianco in vita e in mano il rasoio.
Bill gli aveva chiesto di tornare a fargli compagnia sul letto, cercando di essere invitante e Bushido aveva sorriso di fronte ai suoi goffi tentativi di essere seducente con i capelli spettinati e il segno del cuscino su una guancia. Bill non si era offeso, però; sapeva che se Bushido non aveva ceduto non era perché non fosse abbastanza attraente anche così ma perché era di fretta, aveva un volo da prendere.
“La prossima volta faremo le cose con calma.” Anis aveva promesso senza sapere che non ci sarebbe stata un'altra occasione, che dopo quella mattina non si sarebbero toccati mai più.
Ad ogni stanza d'albergo in cui la cercava, quell'immagine felice di Anis si faceva più sbiadita e Bill temeva il giorno in cui non sarebbe più riuscito ad evocarla, in cui avrebbe guardato di fronte a sé e non ci sarebbe stato niente del corpo che adesso gli appariva nitido e violentemente reale, anche settimane dopo la sua sepoltura. Si chiese cosa avrebbe fatto, cosa sarebbe successo quando sarebbe rimasto davvero completamente senza di lui.
Alzò gli occhi sulla finestra quando sentì la pioggia battere sui vetri e sorrise un po', perché era una risposta. Ed era il dolore a fargli credere che fosse quella di Anis. Uscì sul terrazzo e lasciò che il vento gli portasse la pioggia sul viso, le braccia lungo i fianchi come faceva se lui se lo stringeva addosso per baciarlo.
Quando il suo aereo era caduto, pioveva.
Bill immaginava che il suo corpo si fosse disperso tra le nuvole e che parti microscopiche di lui ricadessero durante i temporali. Quando ne aveva bisogno, quando il pensiero di lui non lo riscaldava abbastanza, era bello fingere di averlo addosso attraverso le gocce di pioggia. Chiudeva gli occhi e lui era di nuovo lì, nel profumo di terra bagnata, nell'acqua che dal cielo gli baciava il viso come lo faceva lui, com'era stato quell'ultimo giorno, ancora umido della doccia, profumato di dopobarba. Solo un po' più triste. Solo un po' più doloroso. Solo un po' più romantico.
E forse, goccia a goccia, avrebbe imparato a lasciarlo andare.