Personaggi: Bill, Chakuza, Bushido
Genere: Erotico, Drammatico
Avvisi: Slash
Rating: R
Prompt: Scritta per il MDF di it100 (sfida #2, squadra dei Cavalieri dell'Ordine Consacrato della Ficcyna Splendente, cliché #3)
Note: E' la prima volta in assoluto che la mia coppia preferita di questo fandom fa qualcosa di veramente sbagliato (cattivi! Non si fa!), generalmente essi si amano nella ragione. Stavolta no, perché il prompt lo richiedeva. E vabbè, c'è sempre una prima volta, immagino :(

Riassunto: "Anis, non è come sembra."
DI QUIETA RABBIA


Il corpo di Bill s'inarca sul materasso. La sua schiena disegna una curva perfetta, mentre i suoi fianchi si spingono verso l'alto, a cercare una soddisfazione che Chakuza si diverte a negargli da tutta la sera.
Bill mugola tra le sue labbra, gli serra le ginocchia intorno ai fianchi e cerca di spingerselo addosso il più possibile, perché senta quanto ormai non può più fare a meno di lui.
“Peter...” lo chiama quasi disperatamente, gli occhi appena socchiusi e le ciglia che tremano. E' sfatto e drenato e stanco di tutta la tensione accumulata e dell'attesa di un'intera giornata.
I tempi sono sempre così stretti che sono abituati a regalarsi soltanto una manciata di ore. Non c'è modo di parlarsi, a volte non c'è nemmeno quello di guardarsi negli occhi. Lui e Chakuza si annusano e basta, si cercano addosso gli odori che rimangono attaccati alla pelle e che raccontano le loro rispettive storie, provano a capirsi senza dover necessariamente sprecare minuti preziosi a parlare, quando la voglia è così forte da non lasciare spazio a nient'altro.
Chakuza si china a lasciargli baci affamati sulle labbra e sul collo, dove morde e lecca la pelle accaldata. Il profumo di Bill mescolato al suo gli dà quasi alla testa.
Quando lo sente affondare dentro di lui, Bill geme mentre le mani dell'uomo gli scivolano lungo le braccia, fino a sollevargliele sopra la testa e intrecciare le dita con le sue.
Sono i gemiti gravidi e persi di entrambi a coprire lo scatto della porta e i passi familiari lungo le scale e il corridoio. Coprono anche la voce di Bushido che lo chiama e sorride. Che lo chiama e gli chiede dov'è. Che lo chiama e si ferma sulla porta, spezzando un incantesimo che sarebbe durato in eterno. Il suono dei loro respiri affaticati è l'unica cosa che in quel lungo primo istante riempie la stanza.
Poi come un nastro che riprende a girare, anche il loro tempo interrotto torna a scorrere. “Anis, non è come sembra,” mormora Bill e il suono patetico delle proprie parole gli lascia l'amaro in bocca.
Chakuza gli resta accanto, anche se può già immaginare chiaramente l'allegro funerale che Bushido gli farà, magari direttamente nel giardino di casa, dopo avergli piantato una pallottola in fronte e tanti saluti.
Lo sa che non ci sono giustificazioni quando freghi la donna a qualcuno, peggio ancora se è un tuo amico.
E non conta quanta voglia c'è sempre stata fra lui e Bill dal primo momento che si sono visti, non conta ora che li ha scoperti, non conterà fra un istante quando parlerà.
E invece Bushido non parla. Il suo silenzio eloquente basta a definire ciò che è accaduto e la sua conclusione, che forse è meno violenta, meno epica ma di sicuro fa male quanto un colpo di pistola.
Bill lo chiama, e Bushido lo ignora. Ripercorre la strada a ritroso ed esce di casa.
Là dentro non tornerà più. E Bill non ci vorrà nemmeno Chakuza.

Vuoi commentare? »





ALLOWED TAGS
^bold text^bold text
_italic text_italic text
%struck text%struck text



Nota: Devi visualizzare l'anteprima del tuo commento prima di poterlo inviare. Note: You have to preview your comment (Anteprima) before sending it (Invia).