Personaggi: Il cast di Romanzo Criminale
Genere: Comico
Avvisi: Crack!Fic
Rating: PG
Prompt: Scritta per il 730!Fest di dietrolequinte (FaeLiz!Set, prompt: Armadio).
Note: L'assoluta inutilità di questa storiella non si racconta. L'unica cosa che mi piace veramente è il titolo, ma non sono troppo sicura. E' probabile che mi piaccia perchè viene da una pagina di citazioni che ne conteneva centordici molto belle. Per il resto, piccina, ci si impegna tanto, ma lascia il tempo che trova.
Riassunto: Per Francesco è arrivato il momento di decidere se uscire o meno dall'armadio.
Genere: Comico
Avvisi: Crack!Fic
Rating: PG
Prompt: Scritta per il 730!Fest di dietrolequinte (FaeLiz!Set, prompt: Armadio).
Note: L'assoluta inutilità di questa storiella non si racconta. L'unica cosa che mi piace veramente è il titolo, ma non sono troppo sicura. E' probabile che mi piaccia perchè viene da una pagina di citazioni che ne conteneva centordici molto belle. Per il resto, piccina, ci si impegna tanto, ma lascia il tempo che trova.
Riassunto: Per Francesco è arrivato il momento di decidere se uscire o meno dall'armadio.
Quella di uscire dall'armadio non era una decisione da poco.
C'erano i pro e i contro da considerare e, vista la sua lunga lista di errori in fatto di decisioni importanti, Francesco non se la sentiva affatto di affrettare le cose. Doveva ponderare con calma la situazione e, soprattutto, prendere bene in considerazione quello che sarebbe successo se avesse infine spalancato le antine e fosse uscito allo scoperto, rivelando a tutti la verità.
Si chiese se avrebbe dovuto aspettare un momento più appropriato, in cui magari non erano tutti quanti riuniti insieme, e prenderli uno alla volta, con calma, per spiegargli la situazione con un certo tatto e l'intimità che l'argomento richiedeva, ma poi pensò che erano tanti e prenderli da parte singolarmente avrebbe richiesto un sacco di tempo che non aveva, quindi concluse che no, se doveva farlo, l'avrebbe fatto in una volta sola. D'altronde era del suo segreto che si stava parlando, mica del loro.
Cercò di immaginare come l'avrebbero presa. L'idea che Daniela lo venisse a sapere non lo turbava particolarmente ed era sicuro al cento percento che non sarebbe stato un gran dramma per lei. Anzi, si sarebbe fatta una bella risata e gli avrebbe tirato una pacca sulla spalla, dicendogli “buon per te”.
Alessandra era un'altra storia, invece. Di sicuro sarebbe arrossita – una persona che al massimo della rabbia esclama “accidenti!” tende a farlo spesso – ma l'avrebbe rassicurata di non aver fatto niente di sconveniente e questo l'avrebbe certamente calmata almeno un po'.
Marco era quel tipo di persona accomodante che si sentiva in colpa anche quando non aveva fatto niente di male, come se si fosse accollato il compito di scusarsi per l'umanità intera che non lo faceva, quindi Francesco ne dedusse che la sua reazione sarebbe stata pacifica e affettuosa. Poteva già vederlo mentre gli sorrideva, con gli occhi un po' cadenti a dargli quell'aria da cane bastonato, e lo tirava a sé in un abbraccio fraterno dicendo “non preoccuparti, Francesco. Va tutto bene.”
Di Alessandro non sapeva che cosa pensare. La sua reazione era effettivamente un'incognita. In generale era una persona amichevole e casinista – un vero e proprio coglione, a tratti, se proprio doveva essere sincero – ma c'erano momenti in cui diventava inspiegabilmente serio, dando un'importanza a questioni che, secondo lui, non necessitavano affatto di averla e Francesco sospettava che uscire dall'armadio con quel carico di verità da distribuire potesse essere una di quelle cose. C'era comunque sempre la possibilità che fosse abbastanza felice o distratto dalla sua ultima conquista con la quarta di reggiseno per non interessarsi affatto alla questione, così lo mise mentalmente nella colonna di quelli che non avrebbero fatto grosse storie.
Rimaneva Vinicio, che ovviamente era quello che lo preoccupava di più.
Lui era capace di fare scenate per questioni di principio molto più stupide di questa, quindi non dubitava che si sarebbe dichiarato indignato e avrebbe lasciato la stanza a grandi passi, ignorando completamente i suoi richiami e tutto il resto. Più tardi, quando sarebbero stati soli, si sarebbe calmato quel tanto che bastava a discuterne da persone civili e sarebbe saltato fuori che non era arrabbiato, che avrebbe solo voluto saperlo prima che lo facesse – era sempre una questione di prime volte con lui – e che il vero problema era sentirsi messo sul piano di tutti gli altri quando evidentemente non lo era. Francesco non dubitava che sarebbe riuscito a calmarlo, alla fine, solo che era stanco già al solo pensiero di scatenare le sue lamentele che si sarebbero levate comunque, anche se la sua uscita dall'armadio non avrebbe coinvolto lui.
Controllò la sua lista mentale. Aveva soltanto una lunga sfilza di pro e Vinicio a cavallo fra la colonna dei pro e quella dei contro. La decisione era dunque presa.
Tirò una poderosa spallata alle antine che si spalancarono di colpo, vomitandolo letteralmente nella stanza in cui l'intero cast di Romanzo era riunito a guardare l'ultima puntata andata in onda. Si girarono tutti quanti di scatto come un branco di zombie in uno di quelle scene da film horror in cui il protagonista illumina per sbaglio l'angolo di una stanza buia, scoprendo che è piena di mostri e che dovrà mettersi a correre quanto prima per scampare ad una morte lenta e dolorosissima. Francesco si sentì più o meno allo stesso modo, con l'unica differenza che il dolore lo provò fin da subito perché sbatté la testa contro lo stipite del letto stupendosi di non aver ancora perso conoscenza.
“Ecco dov'era finito,” esclamò Daniela con aria apatica, sorseggiando un bicchiere di vino bianco, per nulla impressionata.
“Da quanto, esattamente, sei nascosto lì dentro?” Chiese sconvolto Alessandro.
“Quattro ore,” rispose, mentre Marco lo aiutava a rialzarsi.
Nell'armadio a muro ci era entrato per cercare un maglione, ma non si aspettava che fosse così profondo e ci si era perso dentro. Mentre combatteva una lotta impari con pellicce e cappotti che lo trattenevano con le loro lunghe dita avide per intrappolarlo per sempre, qualcuno doveva aver richiuso l'armadio a chiave, senza sapere della sua presenza.
Ad aprire la serratura dall'interno non c'era voluto moltissimo, perché l'armadio era vecchio e d'altronde non si trattava certo di una porta blindata, ma ogni volta che aveva tentato di uscire, uno di loro era entrato nella stanza a cambiarsi e lui non aveva ritenuto opportuno saltare fuori dal nulla mentre erano in mutande.
“E cosa ci facevi dentro l'armadio?” Domandò Alessandra, perplessa.
Daniela, alle sue spalle, rise. “Magari sta cercando di dirci qualcosa,” commentò.
Alessandra la guardò senza capire, Marco si scusò perché non erano stati abbastanza comprensivi e non lo avevano capito subito, Alessandro finse di non aver sentito assolutamente niente e tornò a guardarsi sullo schermo della TV.
Francesco aspettò qualche secondo, e poi, puntualmente, Vinicio gli lanciò un'occhiata violenta e se ne andò infuriato dalla stanza.
Almeno una volta, una sola, avrebbe voluto non sapere sempre esattamente con chi aveva a che fare.
Sospirò e gli corse dietro, mentre alle sue spalle già parlavano di cose che lui non aveva ancora rivelato di sé, il che era tutto dire visto che, in effetti, era uscito dall'armadio.