Personaggi: Chakuza, Fler, Bushido
Genere: Demenziale
Avvisi: Slash
Rating: PG 13
Note: Queste quattro pagine sono nate per il semplice fatto che Lost ha Chakuza tra gli amici di FaceBook e io no. Oggi mi ha fatto sapere che il mio uomo ieri è stato tutto il giorno in studio e che ad intervalli di qualche ora ci ha fatto sapere che era ancora lì, e che alle dieci di sera era ancora più scazzato di esserci. Inevitabile pensare che fosse ai lavori forzati per colpa di Bushido, il quale ha annunciato al popolo tutto l’uscita del CCN2 per settembre 2009. E sì, sarà proprio il due, alla faccia di Saad, direi.
Ora, la shot in questione non doveva essere affatto una shot, doveva essere, non dico una drabble perché non sono capace, ma una cosina così, ecco; che nel mio gergo significa una paginetta. E invece sono quattro. Comunque sia, è assolutamente inorganica, perde di tono al centro e soprattutto! è slash quando non doveva esserlo. Epperò, anche chi se ne frega *caduta del pubblico a casa* Nel senso, non è una fanfiction seria, né una fanfiction punto, quindi prendetela un po’ come viene. Dovevo scrivere altro, non ne avevo voglia e ho scritto questo :)
Riassunto: Quest’uomo pretende da me il miracolo di un cd fatto uscire in tre mesi quando è già tanto se hanno il ritornello della prima canzone.
Genere: Demenziale
Avvisi: Slash
Rating: PG 13
Note: Queste quattro pagine sono nate per il semplice fatto che Lost ha Chakuza tra gli amici di FaceBook e io no. Oggi mi ha fatto sapere che il mio uomo ieri è stato tutto il giorno in studio e che ad intervalli di qualche ora ci ha fatto sapere che era ancora lì, e che alle dieci di sera era ancora più scazzato di esserci. Inevitabile pensare che fosse ai lavori forzati per colpa di Bushido, il quale ha annunciato al popolo tutto l’uscita del CCN2 per settembre 2009. E sì, sarà proprio il due, alla faccia di Saad, direi.
Ora, la shot in questione non doveva essere affatto una shot, doveva essere, non dico una drabble perché non sono capace, ma una cosina così, ecco; che nel mio gergo significa una paginetta. E invece sono quattro. Comunque sia, è assolutamente inorganica, perde di tono al centro e soprattutto! è slash quando non doveva esserlo. Epperò, anche chi se ne frega *caduta del pubblico a casa* Nel senso, non è una fanfiction seria, né una fanfiction punto, quindi prendetela un po’ come viene. Dovevo scrivere altro, non ne avevo voglia e ho scritto questo :)
Riassunto: Quest’uomo pretende da me il miracolo di un cd fatto uscire in tre mesi quando è già tanto se hanno il ritornello della prima canzone.
La questione, con Bushido, è che la gente ha di lui un’idea totalmente distorta.
L’immagine che si è creata intorno a quest’uomo discutibile è quella del capo severo ma giusto, che dispensa critiche ma anche elogi e sa perfettamente qual è il momento giusto per le une e per gli altri. Tutti si sono fatti questo filmino che lui sia una specie di delinquente, ma col cuore d’oro, e che noi si stia tutti qui a pendere dalle sue labbra per ragioni assolutamente opinabili.
Là fuori – e per là fuori intendo il vasto regno di Germania sul quale ha deciso che metterà indiscutibilmente le mani prima o poi – la gente pensa che sia un professionista, ma la verità, e qui vi svelo un segreto dell’universo, è che se proprio vogliamo dargli un aggettivo positivo, Bushido è solo un coglione.
Di per sé, questa cosa dell’isteria di massa e dell’ammirazione immotivata della folla non sarebbe neanche un gran problema. Voglio dire, più gente s’innamora, più dischi vende. Più dischi vende lui, più lavoriamo anche noi, quindi è okay.
Il problema nasce nel momento in cui lui smette di recitare e comincia a fare sul serio. Ad un certo punto della nostra esistenza, non so di preciso quale ma di certo è stato un momento molto triste e drammatico, questo tunisino - nato e cresciuto in Germania, al punto che fra me e lui, quello più immigrato sono io che vengo almeno da un altro stato – ha deciso che il mondo là fuori aveva ragione e che lui era effettivamente un delinquente dal cuore d’oro a cui tutti guardavamo con ammirazione.
Ma anche no, dico io. Chiariamo, è vero che io sono stato il primo ad inseguirlo per giorni per sventolargli una demo davanti, ed è vero che D-Bo farebbe qualsiasi cosa per lui, che Kay viveva in casa sua prima che si prendesse bene con Mandy e tutto il resto. Insomma, gli vogliamo bene, mica dico di no, però c’è un limite. Io ho un limite, almeno.
Ma sembra che quello che ho io, come quello che voglio io, come anche quello che penso e che dico, contino poco ora che stiamo per assistere al miracoloso avvento del Carlo Cokxxx 2. Parliamone.
L’epifania di questo cd – che a conti fatti avrebbe dovuto essere il numero 3, ma è una cosa di cui non parliamo perché Saad tende ad avventarsi a zanne snudate su chiunque nomini la questione – era prevista per l’anno prossimo. Circa otto mesi. Pacifico. Scrivi i testi, lavori sui beat, fai qualche modifica, riesci perfino a programmare la promozione. Era fattibile. Il nostro uomo, però, pensava che la ritrovata fratellanza con Fler non fosse abbastanza per fomentare e l’uscita dell’audiolibro e l’uscita del film sulla sua vita e, suppongo, lui stesso medesimo come figura di riferimento per le masse, per cui ha pensato bene di anticipare la data. Anticiparla e non chiedersi se ciò fosse possibile, materialmente parlando.
Ha quindi spostato le ditina da World of Warcraft per appoggiarle sul forum e annunciare al popolo tutto la sua brillante idea. Il Carlo Cokxxx Nutten 2 esce l’11 settembre 2009.
Ora sappiate, tutti quanti là fuori – grande popolo di Germania asservito a quest’uomo surreale che voi nemmeno conoscete – che se l’epifania di questo cd, atteso come la madonna il papa, da quella massa di ragazzini in età pre-puberale che affollano il forum di Fler squittendo come topi in amore, sarà possibile, è solo grazie al sottoscritto. Al sottoscritto e anche un po’ al suo culo. Ma ci arriveremo.
Io sono un uomo molto organizzato per quanto riguarda le questioni lavorative. Ho una tabella di marcia, delle scadenze, delle abitudini… e odio che mi vengano scombinate. Lo odio tantissimo, tipo che se tu arrivi la mattina alle nove e mi dici che i programmi sono cambiati, io sto incazzato tutta la giornata.
Ovviamente Bushido arriva alle nove del mattino a casa mia, si attacca al campanello come se fosse divertente svegliare tutti i miei vicini al suono di Fra’ Martino Campanaro e quindi, una volta che gli ho aperto, l’ho mandato a fanculo e lui mi ha detto grazie, mi avverte che i miei programmi – che per altro non lo avevano mai compreso – sono cambiati e lui è ora il fantastico centro del mio mondo. Era chiaro, e per altro era anche giustificato che io gli chiudessi la porta in faccia, no?
Comunque serve a poco chiudere la porta in faccia a Bushido, perché tanto quello rientra dalla finestra, per cui dopo essermi lavato, vestito e dopo aver fatto anche colazione e guardato il telegiornale, ho riaperto la porta perché tanto lo sapevo che lo trovavo lì a parlare con la mia vicina di casa dell’ultima puntata di non so che soap-opera, percui…
Da lì il delirio di quest’uomo che pretende da me il miracolo di un cd fatto uscire in tre mesi quando è già tanto se hanno il ritornello della prima canzone. Nello specifico devo occuparmi di mixargli le cose, magari trovargli anche i beat, in generale dargli una mano, a questi due, che si sono presi benissimo ma che non hanno capito che non possono far nascere un disco solo sulla base del loro ritrovato amore. Insomma non nascerà da solo, ecco. E io non ho detto davvero amore.
Comunque, ecco perchè sono qui seduto davanti ai computer del mio studio personale, a cercare di dare un senso al farfugliamento contorto di un uomo che si ostina a dire più parole di quante ne possa effettivamente pronunciare.
“No, da capo,” dico nel microfono. “Non si capisce una sega.”
Bushido sospira. “Non potremmo tenerla e poi vedere di-“
“No fa schifo. Rifalla.”
Provo una certa soddisfazione nel costringerlo a ripetere decine di volte gli stessi passaggi finché non sono perfetti. Tu non puoi costringermi a sopportare la tua persona, e la persona di Fler – che se ne sta per altro in un angolino della sala di registrazione e ci guarda tutti un po’ così perché nessuno ha ancora ben capito che posto è, il suo – e poi pretendere che io non mi vendichi su qualsiasi stronzata.
“Ok, buona,” dico alla fine. Alzo la linea vocale di Fler. “Ora stai zitto, mi serve lui.”
Fler è tipo enorme. Dal mio punto di vista sarebbe scontato, ma anche dal punto di vista di tutti gli altri, temo. Innanzi tutto è altissimo, più di Bushido, che è sostanzialmente già illegale, e poi in generale è grosso tutto, le spalle, le braccia, ogni cosa. Per questo quando si solleva dallo sgabello incastrato nell’angolo e fa due passi avanti per raggiungere il microfono mi sembra che occupi tutto lo spazio disponibile dentro la sala di registrazione. Il bello è che poi da uno così ti aspetti determinate cose…. La mia voce tipo. E invece no. Fler ha una bella voce, ma è di una tenerezza sconcertante. E poi ti aspetti che sia un altro coglione – d’altronde vanno in giro in coppia, e uno già c’era – e invece nemmeno quello. E’ timido, timidissimo. Ti guarda con questi occhioni azzurri e ti chiedi com’è che all’Aggro non se lo sono mangiato subito come lo hanno visto.
Gli conto i secondi con la mano sinistra e faccio partire la base. Mi fa rifare l’attacco due volte, ma poi prende il via e non lo fermiamo più. Quando finisce e mi guarda di nuovo, apro l’interfono. “Ok, abbiamo deciso. Teniamo lui, signor Ferchichi può andare,” scherzo, e Bushido mi manda a fanculo.
Dodici ore dopo io sono ancora seduto dov’ero stamattina, nel disperato tentativo di dare un senso al lavoro di oggi. E devo farlo ora, perché se domattina dovrò riaprire questi file e rimetterci nuovamente le mani, probabilmente ucciderò qualcuno, mi arresteranno e finirò i miei giorni in galera ad evitare di raccogliere saponette.
Bushido voleva pranzare e non ha potuto. Voleva fare merenda, e non ha potuto. All’ora di cena cantva mugolando, seduto su uno sgabello, quindi ho pensato bene di mandarlo a comprarsi il kebab prima che svenisse o in alternativa cominciasse a diventare uggioso e più insostenibile del solito. Ora sono molto impegnato a scrivere appunti per me stesso domattina, così non mi accorgo degli occhioni azzurri che mi fissano oltre il vetro finché non alzo la testa.
Fler ha le mani sul vetro, come allo zoo con la vasca degli orsi polari.
“Tu non mangi?” Chiedo.
“E tu?” Fa lui, che io dico… hai un microfono, usalo, no?
Mi stringo nelle spalle. “Mangerò dopo,” rispondo. Dopo quando, non lo so. Sono già le dieci e il tempo che finisco qui sarà già chiuso tutto. Se non ricordo male nel frigo ho un limone andato a male e tre lattine di birra.
“Ho dei panini, lì, nello zaino,” mi indica lo zaino. Poi si guarda intorno. “Ma posso uscire?”
No, ti teniamo là dentro per guardare quanto sei bello. Cose da pazzi. Gli faccio cenno verso la porta e lui, tipo, annuisce e poi lo vedo spuntare prima con la testa e poi tutto il resto. “Li ho portati in caso avessimo fatto tardi.”
“Beh, è tardi.”
“Già.”
Traffica in questo zainetto e ne tira fuori un ciotolino in plastica. “Non ho da bere, però.”
“C’è qualcosa nel frigo,” rovisto un po’ in questo frigo minuscolo che Stickle ha installato l’anno scorso quando il condizionatore è saltato e noi dovevamo lavorare d’agosto che faceva un caldo come in Germania non s’era mai visto. Abbiamo bevuto tanta di quella coca che tenevamo il tempo a rutti, ad un certo punto. Tiro fuori due birre.
“Vuoi questa carne, credo, con insalata…” chiede, per poi mettersi a guardare con minuziosa attenzione il secondo panino che tiene in mano. “… oppure questa cosa che non so davvero cosa sia ma potrebbe essere tonno?”
Rido. “Credo che opterò per il chissà-cosa con forte possibilità di tonno.”
Mi passa il panino. “Ed è sempre così qui?”
“Così come?”
“Beh, siamo qui da più di dieci ore.”
“Oh,” bevo. “No, no affatto. Quando non è Bushido a decidere le date di uscita, si lavora come delle persone normali.”
Lui sorride e basta. E’ un sorriso di quelli che sanno cose; tra l’altro mi piacerebbe saperle anch’io quest cose, se non gli dispiace, che qua sto lavorando per loro. Quindi tossisco per schiarirmi la voce. “Ti rendi conto che è un’impresa fare quello che vuole, si?.”
“Lui ha detto che potevi, quindi immagino sarà vero.”
Rimaniamo in silenzio due minuti.
“Te lo ha detto lui di dirlo, vero?” Chiedo poi.
Lui annuisce mentre morde. Poi ridacchia. “Non sono molto bravo in queste cose.”
“No, non lo sei,” sorrido.
Dunque, ricapitolando. Bushido si presenta a casa mia, mi consegna un cd da creare in tre mesi partendo praticamente da zero e durante il primo giorno di lavorazione scappa con il tunisino del kebab in fondo alla strada, lasciandomi in eredità… Fler.
Iniziamo malissimo.
Fler però è a posto. Nel senso che pensavo di ritrovarmi davanti un altro Bushido, alla fine, con quel sorriso lì e tutto, e invece proprio per niente.; che poi ti viene da chiederti com’è possibile che questi due siano andati d’accordo per quanto? Sei anni?. Non so.
“Chaku…” alzo un sopracciglio e lui finisce: “… za. Ok, niente abbreviazioni… ehm. “ si schiarisce la gola “…non possiamo intanto andare avanti noi?”
“No perché tu la tua parte l’hai finita,” commento, passandomi una mano sugli occhi.
“Perché non mi hai mandato a casa allora?” Chiede lui sconcertato.
Sono sconcertato anche io: non lo so. “Beh perché… “ cerco di trovare una giustificazione sensata al fatto che questo tipo è qui con me da un’ora e mezzo in attesa del tunisino senza motivo. “….perchè….perché pensavo fossi con Bushido.”
“Sì beh, stavamo cantando!”
“No, intendevo che tu fossi venuto qui con Bushido!” Preciso.
“Quanti anni pensi io abbia?” Commenta lui.
Mi verrebbe da dire dieci visto come si comporta. “Non lo so! Senti, ma mica mi faccio i fatti vostri! E poi se volevi andartene potevi pure dirlo!”
“Beh ma mica voglio!”
“Allora!”
“Non lo so!”
Dico ma che cos’è ‘sta roba. Io cantavo una volta. E mixavo. E magari capitava che suonassi pure, per dire, non lo so. Due accordi. E ora questo mi tira scemo con i-voglio-andare-ma-però-anche-no. “Non hai più nulla da fare,” chiarisco. “Se vuoi puoi andare, se non vuoi puoi restare.” L’acqua è bagnata. Il sole scalda. E il cane fa bau. Adesso sembro una persona immensamente profonda.
“Credo che resterò,” fa lui.
“Bene.”
Bene?
Bushido è andato davvero a prendere il kebab e non è scappato con il ragazzo tunisino che gliel’ha venduto. Ha solo trovato coda. Tutto qui. Adesso, però, chi glielo spiega perché sono schiacciato contro il mixer – e ho per altro sputtanato tutti i settaggi dell’equalizzatore – con la lingua di Fler in bocca?
Non lo so come questa situazione, nella mia testa, sarebbe stata più giustificabile se Bushido, invece di trovare coda, fosse davvero scappato col tunisino che gli vendeva il kebab. Forse perché in quel caso non sarebbe tornato, oppure – anche se lo avesse fatto – sarebbe stato dopo mesi e non ci avrebbe trovati così, e in ogni caso avremmo sempre potuto dirgli che ci eravamo stretti nel dolore della sua perdita.
E io non lo so davvero che cosa sto dicendo. Non so nemmeno cosa sia successo, in effetti. E’ successo, però. Eravamo seduti, poi non lo eravamo più ed eccoci qua, insomma. Capita, no? Che vuoi che sia…
E’ che non ho mai avuto la lingua di un uomo in gola, prima d’ora. E averla quando Bushido torna con il kebab non mi sembra appropriato. Tra l’altro non so se mi sembri così perché è Bushido o perché è Bushido che sta mangiando.
Comunque lui se ne sta lì, e gli cola anche un po’ di salsina sconvolta dal mento. Io penso che forse sarebbe il caso che Fler si scostasse e che io chiudessi le gambe che – oh signore – ho aperto per farlo stare comodo e che, con un colpo di tosse compunta, cercassimo tutti e due di darci un tono.
Fler invece finisce di esplorarmi con cura l’esofago e qundi si ritrae, leccandosi le labbra. “Vedi Chakuza? Avevo ragione io,” esclama. “Era tonno. Ora finiamo di registrare?”
“Pomodori?”
“No.”
“Io scendo a prendere il kebab.”
Ci riusciamo, in questi tre mesi. Anche se Bushido esce a comprarsi un sacco di kebab e Fler diventa bravissimo ad indovinare cos’ho mangiato a pranzo.
E alla fine, anche se il Carlo Cokxxx nutten 2 porta, nel mixaggio, l’impronta del mio sedere o di quello di Fler – dipende dalla canzone – è venuto fuori un bel lavoro.