Fandom: !Originali
Pairing:
Personaggi: (personificazioni di) Sole, Neve, Inverno
Genere: Introspettivo, Romantico, Drammatico
Avvisi: Het
Rating: PG 13
Prompt: Scritta per far guadagnare punti alla squadra dei vampirli Blood Devils, nel Cow-T di MDC (prompt: Ricatto).
Note: Questa storia avrebbe potuto venirmi un po' meglio e non escludo di riprendere in mano almeno il -verse perché mi ispira parecchio e ci sono potenzialmente quintali di cose da dire. Per adesso vi racconto soltanto la storia di Neve e Sole, che credo sia il primo caso di stalker nell'universo degli elementi (wut?).

Riassunto: Neve cammina per le strade della città rischiarate dall'alba e si chiede se sta facendo la cosa giusta.
BALLATA TRISTE DI SOLE E NEVE

Neve cammina per le strade della città rischiarate dall'alba e si chiede se sta facendo la cosa giusta. Ci ha pensato e pensato e pensato per tutta la notte e alla comparsa del mattino è scivolata fuori di casa prima che la sua famiglia potesse svegliarsi. Ha lasciato un biglietto sul comodino e una lettera per suo padre Inverno. Ha provato a spiegargli quello che è successo e il perché sia scappata di casa per non farvi mai più ritorno, ha messo su carta tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di dirgli e se anche questo dovesse bastare a giustificare ciò che sta facendo non sarà sufficiente ad impedire che il suo cuore si spezzi. Ma Neve è convinta di non avere alternative, d'altronde Sole non le ha dato scelta e in fondo, finché resta in vita, c'è ancora la speranza che possa tornare indietro un giorno; magari lui cambierà idea.
Neve ha incontrato Sole una mattina di qualche settimana fa mentre camminava fra i campi. S'è accorta che la seguiva perché il suo manto non si posava bene sull'erba, ma continuava a sciogliersi al suo passaggio.
Poi ha sentito una risata, così si è girata e infastidita ha chiesto chi la stesse prendendo in giro. Lui era là, seduto su un masso sul ciglio della strada, bellissimo e luminoso con i capelli color del grano che risplendevano alla luce di mezzogiorno. Neve si è arrabbiata ma la sua rabbia non è durata a lungo perché lui era gentile ed affascinante. Sono usciti insieme per qualche tempo. Sole la prendeva a braccetto e lei si scioglieva un po', ma non troppo e passavano insieme intere giornate finché lui non doveva andarsene per lasciare il posto alla notte. A Neve piaceva passare il tempo con lui, ma dopo ogni giorno, al calare della notte, era così stanca che si sentiva svenire e non riusciva a fare il suo lavoro.
Quando suo padre Inverno è venuto a saperlo, è andato su tutte le furie. Sole – le ha detto – è una minaccia per te e devi smettere di vederlo. A Neve dispiaceva molto perché Sole sembrava simpatico ed era gentile con lei, un vero cavaliere. Però era una brava figlia e amava suo padre sopra ogni altra cosa, così il giorno dopo ha preso Sole per mano, ignorando la trasparenza improvvisa delle sue dita ogni volta che si intrecciavano con quelle di lui, e gli ha detto che non potevano più vedersi. Ha cercato di essere gentile e di fargli capire che non era colpa sua, ma a quel punto Sole è diventato un'altra persona. Da quel momento ha preso a seguirla ovunque andasse, non la lasciava mai in pace e, ovunque fosse, risplendeva così violentemente da farle venire i giramenti di testa. Quando la notte arrivava portandole un po' di sollievo, lei si sedeva su una panchina al fresco e riprendeva le forze ma ogni volta era peggio e sembrava che questa tortura non sarebbe finita mai.
Poi un giorno peggiore degli altri, Sole l'ha afferrata all'improvviso mentre usciva di casa. Le ha strattonato con forza un polso, l'ha trascinata da parte e le ha detto che se non avesse accettato di stare con lui, lui avrebbe iniziato a risplenderle intorno con tanta forza che lei si sarebbe sciolta e avrebbe smesso di esistere, che se lui non poteva averla, allora nessun altro l'avrebbe avuta.
Neve ha pianto e si è disperata, ha provato ad ignorarlo e ha tentato di fuggire, ma ovunque sia andata, Sole l'ha sempre trovata, stringendola con tanta violenza da ridurla una pallida ombra di se stessa, inconsistente e friabile. E alla fine ha ceduto. Ha pensato che fosse meglio assecondarlo che non morire, chi poteva darle torto su questo?
Neve cammina per le strade della città, il vento ancora freddo dell'alba le accarezza le guance pallide e le scompiglia i lunghi capelli bianchi imperlati di fiocchi cristallizzati. Ha gli occhi tristi quando lo raggiunge, è disperata quanto lui è felice.
Sole l'abbraccia e le sorride, e per un attimo sembra quello di sempre: il ragazzo gentile che la prendeva in giro fra i campi di grano. Ma il suo desiderio è violento e gli brucia dentro come fuoco. Quando finalmente la stringe fra le braccia e le accarezza i fianchi, quando finalmente è libero di baciarle il collo e le labbra piene che hanno il sapore fresco dei mesi più freddi, perde il controllo. E non serve a niente chiudere gli occhi e cercare in sé la calma necessaria, è inutile anche allontanarsi quando sente di non farcela più.
Neve si scioglie tra le sue braccia con un ultimo tenue sospiro bianco e di lei non resta più niente.

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