2d+3d

Le nuove storie sono in alto.

Fandom: !Originali
Pairing:
Personaggi: 2D, 3D
Genere: Commedia, Erotico
Avvisi: Lemon, Slash
Rating: NC-17
Prompt: Scritta per il porn!Fest, prompt: 2D/3D, "Stavo meglio quando ancora non esistevi!" "Ma se quegli occhiali ti donano da morire?!"
Note: La seconda storia dell'anno... è un porno. Sono sempre più preoccupata (ma anche no!). Comunque sia, dovrebbe essere una robina divertente, tanto per. E poi fa numero per le originali che devo scrivere quest'anno ;)

Riassunto: A stento Tre riusciva a togliergli gli occhi di dosso, ma era essenziale che lo facesse e che portasse quegli stessi occhi più in alto, sul viso imbronciato di Due, se non voleva trasformare quell'inoffensivo capriccio in una catastrofe da manuale.
IN WITH THE NEW


“Andiamo, adesso non mettere il muso!”
Tre sospirò, mentre Due incrociava le braccia al petto e lanciava altezzoso il naso per aria. Con il suo bel completo elegante ma sobrio in bianco e nero, impreziosito dal dettaglio colorato della sua sciarpa multicolore, era un vero schianto. La maglia gli fasciava il busto sparendo in un paio di pantaloni ancora più aderenti, dai quali pendevano due cinture borchiate che sottolineavano il suo fondoschiena sopra e sotto come un glorioso 16:9. A stento Tre riusciva a togliergli gli occhi di dosso, ma era essenziale che lo facesse e che portasse quegli stessi occhi più in alto, sul viso imbronciato di Due, se non voleva trasformare quell'inoffensivo capriccio in una catastrofe da manuale.
“Tesoro, non crederai che sia colpa mia?” Mormorò ancora, aiutandolo a togliersi il cappotto e appendendolo per lui. “Non ho potuto farci niente. In fondo lo sai come vanno queste cose.”
“No, non lo so come vanno!” esclamò stizzito Due, togliendosi la sciarpa dal collo e gettandola a casaccio nel soggiorno. Tre sapeva che domani lo avrebbe sentito strillare che in quella casa era tutto quanto fuori posto, ma sapeva anche che non era il caso di fargli notare le sue incongruenze proprio adesso. “Quello che so è che fai di tutto per rovinarmi la scena. Io mi impegno, mi sfibro per dare alla gente quello che vuole! Mi riduco ad accettare film che... ah! Non farmi parlare. Stringo i denti, però. E mi impegno! Io! A te invece basta accecarli con l'illusione di poter allungare le mani e stringere quello che gli mostri!”
“Non ho voluto io che accadesse, tesoro,” rispose dolcemente Tre. Fece qualche passo verso di lui e, vedendo che l'altro non si scostava, gli appoggiò una mano sulla spalla, massaggiandola affettuosamente. “Ma la tecnologia si evolve, cambia, cresce per assecondare i desideri delle giovani generazioni.”
Lo sguardo che Due gli lanciò, avrebbe potuto dargli fuoco senza problemi, come succedeva quando ancora nelle sale c'era la cara vecchia Pellicola. “Stai dicendo che sono vecchio?”
“Ma no! Ma certo che no!” Si affrettò a dire subito Tre, guardando bene di aggiungere un'altra mano e massaggiarlo con più convinzione. I muscoli tesi di Due si sciolsero quasi istantaneamente sotto le sue dita, come reagendo ad un ordine non pronunciato. “Dico solo che sei un professionista, un vero intenditore. Ma le cose belle sono in pochi ad apprezzarle, lo sai.”
“Oh, questo è assolutamente vero,” annuì Due, dimenticandosi improvvisamente di quanto fosse stato arrabbiato solo un minuto prima. “I giovani di adesso non hanno idea di quello che guardano, del lavoro che c'è dietro. A loro basta vedere quegli stupidi effetti speciali in tre dimensioni. Senza offesa, caro,” aggiunse, accarezzandogli una guancia con affetto.
“Nessuna offesa,” disse Tre con un sorriso, risistemandosi gli occhialetti quadrati sul naso e schiarendosi la gola prima di avvolgere Due in un abbraccio. “Tu non devi preoccuparti se la gente è tutta presa da me, sono solo la novità e non necessariamente quella migliore.”
“Ma che c'entra! Il punto è che vogliono te e non me!” Protestò Due, girandosi appena per ricevere un bacio in punta di labbra dal suo fidanzato.
“Non è vero, sai? Molta gente ha il mal di testa,” insistette Tre, girandoselo fra le braccia e lasciando scivolare le dita sotto la maglietta dell'altro, in cerca di un po' di pelle da accarezzare. “Non mi possono nemmeno vedere. Mentre tu, al contrario di me, sei bellissimo e non fai del male a nessuno. Sei coinvolgente, affascinante e la gente viene da te ad occhi chiusi perché sa che non li deluderai.”
Due sentì le dita di Tre muoversi lentamente sulla sua pancia e sui suoi fianchi, fino ad infilarsi oltre l'elastico dei suoi pantaloni. Lo lasciò fare e lo guardò, improvvisamente molto interessato. “Sai che suona incredibilmente sporco se lo dici così?”
Tre gli fece scorrere il naso lungo collo e lo spogliò lentamente ma con metodo, senza mai smettere di parlare. “Magari era quello che intendevo. In fondo sei tu che ti occupi anche di quel tipo di intrattenimento... io non ne ho, ancora, di film del genere.”
Due ridacchiò e lo colpì ad una spalla per gioco. “Sta' zitto.”
“Non posso, non ho nemmeno i film muti.”
Due scosse la testa, ma poi rise. Per quanto la situazione lo facesse infuriare, non riusciva mai ad odiarlo troppo a lungo. “Ad ogni modo, stavo meglio quando ancora non esistevi!” Commentò, fingendosi ancora estremamente offeso. Gli rubò gli occhiali e se li mise sul naso.
“Ma se quegli occhiali ti donano da morire?” Rise Tre. E mentre l'altro si guardava intorno, facendo le smorfie dietro le lenti rosse e blu, lo stese delicatamente sulla poltrona, che era un po' stretta ma abbastanza comoda perché Due potesse lasciarsi andare su di essa e mugolare estasiato, quando Tre lo accarezzò tra le gambe con la mano aperta e lo strinse appena tra le dita, solo quel tanto che bastava a fargli credere che stesse effettivamente cominciando a fare qualcosa. Allontanò la mano quasi subito, però. Si prese tutto il tempo di finire di spogliarlo e di inginocchiarsi di fronte a lui, prima di sorridergli.
“Che cosa stai facendo?” Chiese Due, arrossendo come non si occupasse altro che di film per bambini.
Tre lo baciò sul naso e poi lo aiutò a sistemare le gambe sui braccioli della poltrona, anche se il porta-bibita non era esattamente indicato allo scopo. Scivolò in basso, lungo la sua pancia, lasciando una scia di baci umidi fin sotto al suo ombelico. Non era il suo stile sottotitolare a parole le proprie azioni, specie se erano così evidenti.
“Oh cielo!” Fu l'esclamazione antiquata ma intensa di Due, quando gli sparì in bocca senza aspettarselo. Affondò le unghie nei braccioli e lasciò andare un gemito liquido, così forte e chiaro che la vicina sarebbe di certo apparsa da un momento all'altro a chiedere che abbassassero il volume.
Tre lo strinse meglio fra le dita, seguendo con la mano il movimento lento della propria testa e quello appena accennato e un po' sconclusionato dei fianchi di Due che, pur tentando di trattenersi, si spingeva fra le sue labbra, nel tentativo di trovare un po' di sollievo a quella tortura.
Tre giocò con la lingua, seguendo la forma tesa della sua erezione dalla base fino alla punta, che succhiò lentamente, alzando lo sguardo su Due, che ancora lo fissava attraverso le lenti colorate dei suoi occhiali.
Due aprì appena la bocca ma non emise alcun suono, in assenza del fiato che gli era venuto a mancare. Reclinò la testa mentre le labbra dell'altro gli si serravano di nuovo intorno, strappandogli brividi violenti.
Tre lo sentì tendersi e rimase sordo al richiamo continuo del suo nome. Lasciò che Due si sciogliesse sulla sua lingua, accompagnò i suoi brividi fin quando il suo sapore non fu tutto ciò che in bocca gli rimase di lui.
Risalì lentamente lungo il suo corpo, e gli posò un altro bacio sul naso prima di lasciarsi abbracciare e dare modo a Due di nascondergli il viso nel collo, con un sospiro.
“Sai cosa?” Disse Due alla fine, con un tono per niente impressionato ma il sorriso divertito. “Non sei poi tanto male, in fondo.”
Tre sbuffò una risata e gli calcò bene i suoi occhialetti sul naso.