Personaggi: Bill, Bushido, Chakuza, Fler, Eko, Saad
Genere: Humor
Avvisi: Slash
Rating: PG 15
Prompt: Vale per la HMS Maouropia Treasure Hunt di Fanfic_Italia
Note: C'era un tempo in cui scrivevo cose sensate... ma ora non più! Ora ci sono queste micro-fic completamente fuori dalla Grazia di Dio. Bei tempi quelli in cui ancora si poteva leggere qualcosa di mio e credere che ci fosse una qualche ragione logica dietro ogni parola. *sospira pensando ai bei tempi andati*
E per chi sta per aprire bocca e dirmi: ma il punto G non ce l'avevano solo le donne? La risposta è chi se ne frega. E poi, vi ho forse mai dato l'impressione che per me Bill fosse maschio? Io non capisco o.o

Riassunto: Nessuno sa dove sia, ma tutti sanno che c'è, da qualche parte"
CROSS ME FOR GOOD


Un giorno Bushido è arrivato e li ha messi tutti seduti intorno ad un tavolo, tanto che loro si sono preoccupati e hanno messo su la faccia da gangster, quella che di solito riservano solo alle copertine delle riviste patinate su cui qualcuno vuole che appaiano per qualche strano motivo di marketing. Anche Bushido è serissimo, anzi sembra quasi affranto e, se Fler deve farne una valutazione oggettiva, allora sembra pure invecchiato di dieci anni, il che fa di lui un trentenne piuttosto sbattuto ma un quarantenne coi fiocchi, se proprio bisogna essere pignoli.
Bushido li ha guardati e ha detto: “Ragazzi, abbiamo un problema” e loro si sono subito immaginati che l'ultimo cd non ha venduto abbastanza, che hanno finito tutti i guadagni comprando il mega-schermo su cui hanno visto i mondiali e che ora rischiano di morire di fame oppure, se proprio è più grigia del previsto, che Bushido si è messo di nuovo nei casini rigando la macchina di qualche giudice, pestando ragazzini o facendosi rinchiudere in gattabuia in Austria, cosa che costringerebbe Chakuza ad andare in avanscoperta tra la sua gente e vedere che aria tira. E Chakuza non vuole affatto.
Ma il problema sembra essere tutt'altro, perché Bushido infila una mano in tasca e srotola sul tavolo questo pezzo di carta bianco e tutti si avvicinano per vedere cos'è. Sopra c'è disegnata una figura che è provvista, in mezzo alle gambe, del simbolo internazionalmente riconosciuto per indicare l'apparato genitale maschile, il che dice loro due cose: uno, che la figurina è un maschio. Due, che Bushido non sa disegnare.
“Questo è Bill,” dice serio e tutti inclinano la testa a destra e a sinistra, ma proprio non riescono a vedere la principessa in quel disegno. E si impegnano così tanto a vedercela senza prestare attenzione a Bushido che lui sbuffa e disegna velocemente una cresta in testa all'ometto. “Meglio così?”
Non sembrano molto convinti, ma il re decide di andare avanti comunque perché non ha tempo da perdere con chi non ha abbastanza fantasia.
“E insomma?” Chiede Fler, perché in effetti non capisce cosa stiano lì a fare di fronte ad un disegno stilizzato dell'attrezzo del suo ragazzo.
“Non lo trovo,” risponde Bushido.
Tra i ragazzi intorno al tavolo corre un'occhiata interrogativa, allucinata e a tratti anche vagamente preoccupata per l'uomo che dovrebbe guidarli e che invece se ne sta qui a disegnare oscenità.
“Che cosa non trovi, esattamente?” Chiede Chakuza.
“Il suo punto G,” risponde Bushido. “E ora voi mi aiuterete a trovarlo.”
Non è che possano ribellarsi, d'altronde, perché Bushido non sopporta due cose: gli italiani e l'insubordinazione, e visto che già sopportare Chakuza che è amico di Camora che è italiano, gli scatena delle crisi psicotiche non indifferenti, forse è meglio dargli retta.
Bushido si arma di pennarello rosso e inizia a tracciare una serie di X lungo tutta la figura disegnata. “Non è né qui,” dice segnando il collo, “né qui,” l'interno coscia, “né qui,” il fianco. “E naturalmente sono da escludere i posti ovvi come questo,” conclude, nascondendo alla vista degli altri le pudicizie della principessa. Anche se finte. Quindi rimane immobile a fissare lo schema, grattandosi distrattamente il mento con il pennarello.
“Non è che magari...” azzarda Chakuza “... è, come dire, interno?”
Bushido scuote la testa, senza voltarsi e continuando a guardare la mappa del corpo di Bill come se fosse il tabellone del Risiko e non sapesse come eliminare l'ultimo degli stupidi carri armati viola dallo stupido Kamchatka e dichiararsi così imperatore del Mondo. “Negativo,” risponde. “Ho già provato ogni inclinazione umanamente possibile.”
Tra i presenti corre un brivido che rasenta il raccapriccio, ma tutti tentano di non darlo a vedere, nascondendo il proprio disgusto dietro colpi di tosse, soffiate di naso e improbabili ricerche di lenti a contatto mai portate.
“Nelle ultime settimane ho concentrato le mie ricerche in queste due zone,” continuò Bushido, come se la situazione fosse normale, loro fossero normali e alcuni dei più famosi rapper tedeschi non si fossero ridotti a giocare a “Trova Wally” sul corpo nudo di una figurina disegnata. Con il pennarello rosso, il re cerchia il petto e il pube. “Ma niente.”
Gli altri lo guardano con un sopracciglio sollevato e lui si affretta a correggersi. “Ovviamente non niente-niente; ma non quello che sto cercando io.”
“Magari è nei piedi,” prova Fler. “A molte persone piace.”
“Oppure dietro le ginocchia,” suggerisce Chakuza. “Potresti provare.”
Gli altri a rotazione tentano altre opzioni e Bushido le segna una per una con un piccoli tondini verdi come promemoria. “Una volta la mia ragazza, aveva un debole per un punto appena dietro la schiena,” dice Eko, contorcendosi come un'anguilla nel tentativo di indicare ciò che sta dicendo.
“Molti dicono che anche l'interno del gomito sia molto sensibile,” si unisce Saad, suscitando la curiosità di Bushido che prova a premerlo, giusto per capire.
Quando Bill entra nella stanza, ciò che vede è un contorcersi di uomini che si toccano a vicenda in parti assurde. Chakuza, per dire, è in piedi e Fler dietro di lui sta disperatamente cercando di capire di che parte esatta del ginocchio stia parlando.
“Un po' più in là” dice l'austriaco. “A destra, Fler! Destra! Te l'hanno insegnata all'asilo.”
Saad è perplesso ma per nulla sconvolto dalle dita di Bushido che gli premono la pelle, perché non sembrano sortire alcun effetto. “Sei sicuro che il punto sia questo?” Chiede il tunisino.
“Non è che mi ricordi un granché bene.”
Sono tutti così presi che nessuno si cura di Bill, il quale ha tutto il tempo di avvicinarsi e studiare bene la mappa di se stesso con un sorriso. “Ecco cosa stavi facendo mentre ti aspettavo in camera!” esclama, sollevando la sua caricatura ricoperta di croci come un cimitero.
Gli uomini colti sul fatto si sentono molto in imbarazzo anche se non stavano in effetti facendo niente di male e si fermano lì come sono, uno con il ginocchio dell'altro fra le mani, o le braccia intrecciate, a guardare la loro strana principessa che li osserva e sorride ben consapevole di avere tutte le carte in regola per prenderli in giro. Stranamente, però, Bill non lo fa e preferisce che sia Bushido ad arrampicarsi sugli specchi, cercando una giustificazione sensata a quella scena.
Bushido naturalmente, non è uno che si giustifica, è uno che tira due pugni nelle spalle di chi lo circonda, imponendogli di ricomporsi e poi si schiarisce la gola cercando di apparire tanto attraente ed irresistibile che la sua principessa deciderà di non prendere provvedimenti..
Bill mette la mano aperta sul foglio e lo volta di centottanta gradi, così da poterlo osservare meglio. “Che cosa stavi cercando, esattamente?” Chiede Bill, ripetendo senza saperlo la domanda di Chakuza.
“Il tuo punto G,” risponde Bushido senza pudore. E d'altronde, anche ad averlo il pudore, cos'altro poteva mai cercare sullo schema nudo di Bill, a meno di non fargli credere che gli stava facendo la mappa dei nei a memoria?
Bill sorride. “Facciamo così,” dice, stringendo le dita e accartocciando il disegno in una pallina. Prende il pennarello dalle dita dell'uomo e sorride. “Io me lo segno addosso con una X e tu vieni di là a cercarlo con me, che ne dici?”
Bushido è già in camera da letto prima ancora che abbia finito la frase.
A Bill non resta che stappare il pennarello e salutare gli altri con la mano, prima di chiudere la porta e dare inizio alla caccia al tesoro.

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